
Nella prima metà degli anni '70 tanti produttori di autobus giungevano alla conclusione che nel settore dei veicoli urbani solo la produzione di mezzi standardizzati poteva risultare economicamente conveniente. Considerato che il mercato di tali veicoli era dominato dalla Fiat, che ampliava ulteriormente la propria egemonia con la creazione del gruppo IVECO, vari produttori cercarono di liberarsi dalla dipendenza dell'approvvigionamento di telai Fiat per le proprie realizzazioni. Tra questi costruttori c'erano anche la Carrozzeria De Simon di Osoppo e la Breda Costruzioni Ferroviarie (BCF) di Pistoia. Entrambe queste fieme instaurarono un rapporto di collaborazione con la Sicca di Vittorio Veneto che, contemporaneamente, aveva realizzato un nuovo telaio da 12 metri con motore posteriore denominato Siccar 176L. Queste tre aziende, uninamente alla SOFER di Pozzuoli, siglarono un'accordo per creare un consorzio per la produzione di un nuovo autobus urbano standardizzato. Nasceva così il consorzio Inbus (Industrie Autobus).